Che bel disegno! Cos’è?
Ci sono diverse interpretazioni che si possono trovare sui disegni dei bambini, qui vi lascio qualche spunto della pedagogia Waldorf, per approfondire vi consiglio il libro “Dallo scarabocchio all’autobiografia” di Bruna Baldassarre.
Prima di iniziare vi prego di non condividere queste interpretazioni con i vostri figli/e assolutamente ma di tenerle per voi. Non chiedete cosa hanno disegnato perché più sono piccoli e più non saranno capaci di descrivere il loro disegno che viene vissuto più come un’esperienza creativa, istintiva, fine a se stessa (ne avevamo parlato in questo primo articolo, “Aiuto, mio figlio non ama disegnare!”)
Si pensa che i primi disegni dei bambini tendono a somigliare al movimento ritmico del cosmo. Le forme sembrano provenire da luoghi lontani e a volte somiglieranno persino a orbite e pianeti, da un punto di vista spirituale si parla del percorso di sviluppo che ha fatto l’anima di quel bambino per diventare un essere umano, il viaggio verso l’umanità..
I bambini piccoli (tra i 18 mesi - 3 anni) sono in continuo movimento e questo traspare anche nei loro disegni, grandi scarabocchi, movimenti circolari e spirale, linee senza un inizio né una fine compaiono sul foglio che non riesce a contenere i loro grandi movimenti e spesso escono fuori dalla pagina.
Dopo i 2 anni inizia a comparire la forma dell’uovo che si pensa ricordi l’utero materno e dà senso di sicurezza. Questa forma la fanno con un movimento molto veloce e quando compare è un buon segno perché vuol dire che hanno trovato sicurezza nei limiti che gli sono stati dati e che hanno tanto cercato (per semplificare diciamo che i terribili 2 anni sono terribili anche per loro perché stanno continuamente cercando questi limiti che sul foglio sono così chiari ma nella vita reale devono fare tanta esperienza per trovarli).
A 3 anni un bambino cerca davvero molto di fare un cerchio e di unire entrambe le estremità nel disegno. Quando compare il cerchio è un grande traguardo perché vuol dire che si è sviluppata una buona impugnatura per tenere in mano il mattoncino o il pastello per disegnare il cerchio e sopratutto che sono consapevoli del limite del foglio per poter contenere tutto il cerchio sulla carta.
I cerchi vengono interpretati come la prima consapevolezza di sé stessi e del loro ego, rappresentano la coscienza dell'io del bambino, quindi con il cerchio il bambino scopre che “Io sono qualcuno”, che c’è un confine tra me e gli altri, tra me e il mondo.
Ci vorrà impegno ma è importante che raggiungano questo traguardo da soli altrimenti è come se derubassimo il processo mentale, quell'esperienza di cui hanno bisogno, la fatica fa parte del processo.
I movimenti circolari, il cerchio alla fine si rilassa e si ferma e compare un punto focale dove il movimento si arresta. I bambini prendono il loro pastello e mettono un punto al centro, o vicino al centro, o una croce. E questo mostra dove si trova il bambino dal punto di vista dello sviluppo. Mostra la relazione del bambino con lo spazio interiore ed esteriore.
Poi inizia a comparire il simbolo della croce che mostra l'orientamento del bambino nello spazio e la consapevolezza che “Sono in posizione eretta, in piedi e cammino!”, e questo orientamento nello spazio è anche ciò che ci distingue come esseri umani.
Quando un bambino disegna scale e croci, ci mostra che sta diventando più consapevole. È un movimento importante quando un bambino fa incrociare due linee. Scopriremo che nostro figlio sarà più indipendente e forse anche più forte sotto molti aspetti. E questa forma di scala è spesso stata interpretata come una rappresentazione della colonna vertebrale, la spina dorsale, ed è anche in questo periodo che il corpo fisico del bambino, la sua spina dorsale, sta crescendo e diventando più forte.
Dopo i 3/4 anni, i bambini inizieranno ad esprimere ad alta voce mentre disegnano, quello che stanno disegnando ed è una tappa che ci parla anche della scoperta di se stessi, della loro individualità e creatività, riescono ad accorgersi dell’immaginazione che portano dentro. Prima sono parte del mondo, tutt’uno con il mondo, dopo i 3 anni iniziano a separarsi dal mondo e lo fanno vedere anche attraverso il disegno.
Dopo i cinque anni iniziano ad annunciare ad alta voce quello che disegneranno, prima di iniziare. Si deve fare tanta attenzione in questa fase a non banalizzare, ridicolizzare o provare a descrivere noi i disegni che hanno fatto, lasciamo a loro questa mansione se desiderano farlo perché c’è una notevole differenza tra l’immagine che si sono creati nella mente e il risultato sul foglio che non sempre è fedele alla capacità immaginativa e creativa del bambino e può diventare frustrante. Non c’è bisogno di fare domande ma solo di esserci ed ascoltare veramente quello che hanno da dirci.
È molto interessante come queste tappe del disegno le possiamo riscontrare anche nel gioco libero, tra i 18 mesi e i 3 anni c’è un gioco senza un inizio né una fine, sono in continuo movimento e sono interessati a tutto quello che li circonda.
Dai 3 ai 5 anni iniziano ad essere più verbali durante il gioco che comunque continua a cambiare e trasformare rapidamente. Mentre giocano li sentiamo spesso dire: adesso voglio giocare con questo. Il semplice velo in seta che un minuto fa faceva da mantello adesso lo usano per creare una tana, il cucchiaio diventa una spada e così via, tutto in continua trasformazione.
Dopo i 5 anni invece hanno bisogno di assegnare ruoli specifici e dare delle regole chiare prima di iniziare il gioco, giochiamo a questo, io sono la mamma e tu sei il bambino, giochiamo ai pirati, facciamo che questa è la nostra nave etc.
In un altro articolo passeremo alla fase successiva, dopo i 5 anni circa, quando il bambino inizia a disegnare intenzionalmente persone, case, animali, alberi e altre forme, quindi quando un bambino inizia a illustrare intenzionalmente il suo mondo. Andremo a vedere anche le interpretazioni di questi disegni più articolati, per adesso vi lascio con queste considerazioni, ricordate che l’età è sempre molto indicativa e che dipende molto da bambini a bambino. Un'altra cosa che ho trovato molto interessante è come queste tappe si riscontrano in bambini di tutto il mondo, di tutte le culture, dicono che anche bambini che non hanno mai disegnato fino all’età di 6/7 anni, o anche più avanti, percorrono queste tappe, molto più velocemente, ma le fanno tutte e si arrestano alla tappa caratteristica per la loro età.
Questo vuol dire che il disegno è un qualcosa che ci unisce come umanità, cosa ne pensate?
Io chiudo qui col ricordarvi l’importanza dei pastelli che mettete a disposizione dei bambini, vi consiglio quelli a cera del marchio Stockmar che rispondono alle più alte esigenze nel mondo pedagogico, estetico ed artistico. Con la loro forma e il profumo di pura cera d'api, stuzzicano i sensi dei bambini. Sono di ottima qualità, non si sbriciolano, non appiccicano, non ungono e sono studiati appositamente dal punto di vista artistico-pedagogico. Li trovate da noi in libreria e anche qui sul sito.
Con affetto,
Daniela